FAQ

Una risposta rapida alle domande più frequenti sui nostri prodotti in gres porcellanato e gres laminato Slimtech.
Domande frequenti
Carbon Neutrality - Che cosa significa carbon neutral?

La neutralità carbonica, come già definita dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) nel 2018, è la «situazione in cui le emissioni nette di CO₂ di origine antropica sono compensate a livello globale dalle rimozioni di CO₂ di origine antropica in un determinato periodo». Le azioni chiave sono ridurre e compensare: meno emissioni e - visto che con le tecnologie attuali arrivare a zero non è possibile - più attività per controbilanciare, come le riforestazioni o interventi di mobilità sostenibile.

Carbon Neutrality - Che cos'è il carbonio incorporato?

Secondo il World Green Building Council , le emissioni di carbonio incorporate provengono dai materiali utilizzati e dai processi di costruzione durante tutte le fasi di vita di un edificio o di un’infrastruttura. Le emissioni di carbonio incorporate includono estrazione dei materiali, trasporto al produttore, produzione vera e propria, trasporto al cantiere, costruzione, fase di utilizzo, manutenzione, riparazioni, sostituzioni, ristrutturazioni, decostruzioni, trasporto di strutture dismesse, lavorazione e smaltimento. 

Carbon Neutrality - Che cos’è una piastrella carbon neutral o CO2 neutral?

La piastrella carbon neutral è una piastrella in ceramica o gres le cui emissioni di carbonio associate sono state compensate con crediti di carbonio attraverso l’adesione a progetti specifici e certificati da enti terzi.

Carbon Neutrality - Che cosa sono e come funzionano i crediti di carbonio?

Il carbon trading è il mercato che permette alle aziende di vendere e comprare i cosiddetti certificati di carbonio, cioè il diritto di emettere una certa quantità di emissioni di CO2<\sub>. L’obiettivo del carbon trading, che risale al protocollo di Kyoto e ha preso avvio nel 2005, è ridurre gradualmente le emissioni totali.

I crediti di carbonio, noti anche come compensazioni di carbonio, sono certificati che rappresentano una tonnellata di anidride carbonica o di altri gas serra che sono stati ridotti o rimossi dall'atmosfera e vengono acquistati dalle aziende per aiutare a compensare le emissioni di CO2<\sub> che producono. Questi acquisti finanziano progetti di altre società che riducono o assorbono le emissioni di carbonio. In questo modo, i prodotti la cui impronta di carbonio totale non può essere eliminata attraverso ulteriori interventi sui processi produttivi, possono esser dichiarati carbon neutral.

Carbon Neutrality - Cos'altro fa Panariagroup per supportare la sostenibilità nel settore delle superfici ceramiche per pavimenti e rivestimenti?

Panariagroup è leader nella sostenibilità e il progetto THINk ZERO nasce dalla volontà del Gruppo di perseguire un approccio fattuale e concreto alla sostenibilità come attestato dal Bilancio di Sostenibilità certificato che ogni anno pubblica.

Scopri THINk ZERO

Che cos’è il gres porcellanato?
Le piastrelle in gres porcellanato sono ottenute tramite il processo di sinterizzazione della barbottina.La cottura avviene ad una temperatura di circa 1350°C in forni lunghi sino a 140 m dove la materia prima è portata gradualmente alla temperatura massima, lì mantenuta per un breve periodo, e sempre gradualmente viene raffreddata sino a temperatura ambiente. Il processo di cottura determina la ceramizzazione/greificazione della barbottina, attribuendone le tipiche caratteristiche di robustezza, impermeabilità, ingelività. Durante la cottura avvengono però varie deformazioni sulla materia precedentemente pressata. Le deformazioni maggiori riguardano la planarità, la calibratura e l’imbarcamento. Le deformazioni di cui sopra determinano la qualità del prodotto finito; al termine della fase di cottura le piastrelle vengono suddivise per classi omogenee di calibro e tono. Il materiale non pienamente conforme ai parametri dettati dalle norme UNI viene declassato (2a, 3a scelta, etc.).Con le attuali tecnologie produttive si possono ottenere piastrelle con formati variabili da 5×5 a 60×120 cm, con spessori da 7 a 16 mm, che possono essere smaltate e non smaltate.
Che cos’è il gres porcellanato tutta massa (UGL) ?
Il gres porcellenato tutta massa è un prodotto che mostra in superficie esattamente i colori che attraversano tutto il corpo della piastrella. Questa caratteristica fa sì che nel raro caso in cui la piastrelle si scheggi il danno estetico è minimo.
Che cos’è il gres porcellanato a massa colorata (GL)?
Il gres porcellanato smaltato a massa colorata è un prodotto colorato negli impasti del corpo della piastrella ulteriormente arricchito da applicazioni di smaltatura sulla superficie.
Quali tipologie di finitura di superficie può avere una piastrella in gres porcellanato?

Per finitura superficiale si intende la fase di lavorazione di un pezzo per ottenere determinate condizioni di ruvidità superficiale e di tolleranze formali e dimensionali.

Finitura naturale: è molto versatile e di impiego universale; in pratica la piastrella non subisce altre lavorazioni in seguito alla cottura.

Finitura lappata: esalta le valenze estetiche del materiale aumentandone la brillantezza e l’eleganza.

Cos’è la resistenza all’abrasione?

La resistenza all’abrasione è la capacità della superficie dello smalto di resistere all’azione di usura provocata dal camminamento o dallo sfregamento di corpi meccanici. Tale azione d’usura è strettamente collegata all’agente meccanico (suola di gomma, suola di cuoio, ecc.), al materiale d’apporto (acqua, sabbia, ecc.) e all’intensità di traffico. Secondo la norma, le piastrelle vengono classificate secondo la loro destinazione d’uso in queste classi:

  • PEI I: Prodotti destinati ad ambienti sottoposti a traffico leggero e senza sporco abrasivo; es. bagni, camere da letto
  • PEI II: Prodotti destinati ad ambienti sottoposti a traffico medio e ad azione abrasiva medio-bassa; es. studi, soggiorni
  • PEI III: Prodotti destinati ad ambienti sottoposti a traffico medio forte con azione abrasiva media; es. ingressi, cucine di case private
  • PEI IV: Prodotti destinati ad ambienti sottoposti a traffico intenso; es. ristoranti, uffici, negozi, uffici pubblici (ad esclusione dei pavimenti sottostanti casse e banchi di pubblici esercizi e passaggi ristretti obbligati)
  • PEI V: Prodotti destinati ad ambienti sottoposti a traffico particolarmente intenso.
Quali tipologie di “bordo” può avere una piastrella in gres porcellanato?

Le piastrelle in gres porcellanato possono avere principalmente tre tipologie di bordi:

Naturale (NAT): bordo che è derivato esclusivamente dalla formatura della pressa

Rettificato monocalibro (RETT): bordo perfettamente rettilineo (a volte accompagnato da un lieve bisello sul perimetro di superficie) derivante da lavorazioni di squadratura che riporta i pezzi ad un’unica dimensione dei lati, indipendentemente dai lotti produttivi. anticato: bordo che replica una irregolarità casuale attraverso lavorazioni meccaniche successive alla cottura.

Le piastrelle si possono posare senza fuga?
No, la fuga è sempre necessaria, ma a seconda del tipo di piastrella o meglio dal tipo di bordo della piastrella può essere molto stretta (1mm) o molto larga (5mm). La posa delle piastrelle in genere varia in base alle caratteristiche della collezione stessa. É importante prestare particolare attenzione ad armonizzare bene il prodotto e a tenere molto stretti i giunti di stuccatura. Se le piastrelle sono rettificate (il bordo è perfettamente squadrato) possono essere posate con una fuga minima di 1 o 2mm in modo da creare un effetto raffinato ed elegante. Il risultato finale è d’impatto e viene in genere consigliata per i prodotti moderni e tecnologici come i grandi formati. Nel caso di piastrelle più classiche o rustiche, dove il bordo non è squadrato, ma rimane naturale dopo la cottura, si consiglia in genere una fuga leggermente più ampia di circa 4 o 5mm in modo che l’effetto finale sia in sintonia con le caratteristiche estetiche e funzionali delle piastrelle stesse.
Che cos’è la rettifica?
La rettifica è un procedimento con il quale i bordi delle piastrelle vengono perfettamente squadrati. In questo modo è possibile posare le piastrelle con fughe minime ottenendo così un risultato estetico raffinato ed elegante.
Come si posano le piastrelle Lea Ceramiche?
La posa delle piastrelle Lea Ceramiche varia in base alle caratteristiche della collezione stessa. É importante prestare particolare attenzione ad armonizzare bene il prodotto e a tenere molto stretti i giunti di stuccatura. Inoltre, come del resto in tutti i materiali in gres porcellanato Lea Ceramiche, per assicurare un corretto fissaggio, sarà necessario aggiungere alcuni additivi alla presa e alle fughe. Questi materiali possono essere facilmente acquistati presso qualsiasi rivenditore di prodotti accessori alla posa di rivestimenti per pavimenti. Particolare attenzione si deve prestare alla pulizia: occorre rimuovere tutte le tracce di stucco dalla superficie della piastrella, per poterne apprezzare la semplicità di manutenzione.
Come si puliscono i prodotti Lea Ceramiche?

Tutte le indicazioni, i suggerimenti e i prodotti consigliati per la pulizia ordinaria e straordinaria delle piastrelle in gres porcellanato Lea Ceramiche sono scaricabili nel documento “pulizia e manutenzione”.

Quanto è importante la pulizia “dopo posa”?

La pulizia “dopo posa” serve per rimuovere i residui di stucchi per le fughe, cemento, calce, boiacca. E’ obbligatoria a fine cantiere, sia per le piastrelle smaltate che per quelle non smaltate. Una pulizia “dopo posa” male effettuata, o addirittura non fatta, è spesso causa di aloni che impediscono di mantenere pulito il pavimento nonostante una buona pulizia quotidiana.

Quando possibile, specialmente per superfici medio-grandi, si consiglia l’uso di monospazzola con dischi morbidi (bianchi oppure beige). La pulizia di stucchi cementizi miscelati con acqua si effettua con specifici detergenti a base di acidi tamponati e diluiti (facilmente reperibili in commercio)

Alcune importanti indicazioni per la pulizia “dopo posa”:

– effettuare la pulizia dopo 4-5 giorni dalla stuccatura (lo stucco deve indurire) e non oltre 10 giorni. Oltre questi tempi la pulizia può diventare molto più laboriosa

– bagnare con acqua il pavimento prima delle operazioni di pulizia. In questo modo le stuccature vengono impregnate dall’acqua e viene ridotto il contatto con i detergenti

– lasciare agire i detergenti per tempi limitati, risciacquando bene con acqua appena possibile

– non deve essere eseguita se le superfici piastrellate sono molto calde (es. esposte al sole nei mesi più caldi), perché diviene più severa l’azione degli aggressivi chimici. In estate effettuarla nelle ore fresche della giornata

– fare sempre test preventivi prima dell’uso (su una piastrella a non posata), in particolare per prodotti Lappati o Levigati

– la rimozione dei residui di stucchi epossidici o cementizi additivati (con lattici, resine, ecc..) deve essere fatta immediatamente ed in modo accurato perché questi stucchi induriscono molto rapidamente, anche in pochi minuti. Seguire attentamente le indicazioni dei fabbricanti.

Che cos’è il tono?
Il tono è la tonalità di colore che caratterizza un determinato lotto di piastrelle. Dato che nella fabbricazione industriale è quasi impossibile produrre pezzi di identica tonalità cromatica, prima del confezionamento si provvede a raggrupparle per omogeneità di colore, cioè per tono.
Che cos’è la stonalizzazione?

La parola “stonalizzazione” è una denominazione con la quale si intende un passaggio di gradazioni cromatiche visibili e non armonizzabili. Indica la differenza di tono delle singole piastrelle come non omogenee tra di loro. In particolare sono state stabilite delle classi entro le quali sono classificate le diverse collezioni di piastrelle in gres porcellanato:

  • V1= uniforme
  • V2= lieve
  • V3= moderata
  • V4= forte

Lea Ceramiche ha in catalogo collezioni che giocano sulla forte stonalizzazione per ricreare le venature della pietra naturale, adatte ad accendere pavimenti di esterni e interni di sfumature finora impensabili per rivestimenti in ceramica. Altre collezioni invece affidano all’uniformità del colore un messaggio di contemporaneità, creando rivestimenti per zona giorno e zona notte sempre attuali e dal look minimal.

È difficile ottenere tonalità di colore molto vivaci su ceramiche con finitura opaca?

È necessario innanzitutto fare una distinzione tra prodotti smaltati e prodotti a tutta massa. Per i prodotti smaltati è molto facile ottenere tonalità di colori molto vivaci pur mantenendo una finitura opaca. I pigmenti degli smalti utilizzati per la superficie infatti sono di diverso tipo e permettono una grande varietà di soluzioni. Naturalmente per ottenere colori vivaci su superfici opache occorre utilizzare in produzione maggiori quantità di coloranti rispetto alle superfici lucide. Il discorso varia se parliamo di prodotti a tutta massa (quelli in cui il colore dell’impasto è molto simile a quello della superficie)…in questo caso, trattandosi di pigmenti che vengono mescolati all’impasto stesso, è più difficile ottenere tonalità vivaci a causa del processo produttivo stesso. Tonalità di colore più vivaci possono però essere ottenute sui prodotti a tutta massa con le lavorazioni di lappatura e di levigatura (rendendo quindi più lucida la superficie e facendo risaltare le colorazioni del supporto ceramico).

Dove si acquistano i prodotti Lea Ceramiche?
Lea Ceramiche non effettua vendita diretta al pubblico, né dispone di uno spaccio aziendale. Per acquistare le collezioni in gres porcellanato Lea Ceramiche è necessario rivolgersi presso uno dei numerosi rivenditori. Per conoscere i nominativi di quelli più vicini ad una zona è sufficiente visitare la sezione punti vendita ed effettuare una ricerca per stato/regione/provinicia/comune. Presso il rivenditore verranno fornite anche tutte le informazioni relative ai prezzi.
Come si capisce se le piastrelle acquistate sono effettivamente di prima scelta? C’è un codice che identifica la scelta?
Tutti gli imballi della piastrelle in gres porcellanato Lea Ceramiche riportano l’indicazione della scelta. Per cui, per essere certi che il punto vendita abbia venduto effettivamente materiale di prima scelta, è sufficiente controllare che sulla confezione ci sia scritto “I” o “1°” . A seconda delle collezioni, al fatto che si tratti di fondi o decori o pezzi speciali la prima scelta è indicata con il numero arabo o con quello romano.
Qual è il vantaggio della posa su pavimenti pre-esistenti?
La posa su vecchi pavimenti permette un grande risparmio di tempo e denaro. La collezione in gres porcellanato tutta massa slimtech plus (3,5mm di spessore) si posa su vecchi pavimenti e rivestimenti in ceramica, marmo, pietra, cotto, legno o PVC. Nessun trasloco, niente polvere, rumore e costo di smaltimento detriti, nessuna modifica alle porte. Il vecchio pavimento dovrà essere asciutto, stabile, solido, perfettamente planare e privo di parti asportabili che possano comprometterne l’adesione. La verifica della planarità dovrà essere effettuata con una staggia di almeno 2m di lunghezza, appoggiandola sul vecchio pavimento in tutte le direzioni. I dislivelli di planarità devono essere preventivamente colmati con idonei prodotti di rasatura. Controllare la solidità e l’ancoraggio al fondo. Per i vecchi pavimenti di ceramica smaltata si consiglia un lavaggio di acqua e soda caustica in soluzione seguito da un appropriato risciacquo. Nell’impossibilità di effettuare la pulizia chimica, procedere all’abrasione meccanica.
Quali sono i vantaggi del gres porcellanato rispetto al legno?
Il gres porcellanato è duraturo, resistente agli attacchi chimici, pulibile e non si deteriora nel tempo. In particolare Lea Ceramiche con la collezione Bioessenze, crea un prodotto eco-compatibile che evoca le emozioni del legno. Wengè, tek, rovere sono le essenze riprodotte fedelmente con uno straordinario effetto naturale che ben si adatta ad ogni tipo di arredo e stile abitativo. Ciò è reso possibile dall’impiego di una tecnologia FULL HD, che coniuga il meglio della ricerca tecnologica nella decorazione ceramica con il know-how straordinario sviluppato dall’azienda negli anni. Si ottiene così un risultato estetico e materico inedito sino ad oggi, fino al punto di trasmettere le stesse sensazioni naturali ed avvolgenti del legno, ma con gli indubbi vantaggi di durabilità, manutenzione, inalterabilità del miglior gres porcellanato.
Come si sceglie quale prodotto posare in un determinato ambiente?
La scelta di un prodotto ceramico è assolutamente soggettiva e personale. Fermo restando che ci sono prodotti più adatti ad essere posizionati in interni, esterni, a pavimento o rivestimento. In tutti i cataloghi Lea Ceramiche ci sono precise indicazioni in merito. Vengono riportate le caratteristiche tecniche, le certificazioni di stabilimento e di prodotto. Tutti i prodotti in gres porcellanato possono comunque essere utilizzati negli interni come negli esterni con differenze di utilizzo a seconda che si tratti di gres porcellanato tutta massa piuttosto che gres porcellanato smaltato. Una piastrella per esterni deve avere ottime caratteristiche tecniche e meccaniche per resistere all’usura degli agenti atmosferici e dell’intenso calpestio ed essere antiscivolo, mentre una piastrella per bagno o per cucina deve essere resistere al frequente uso di detergenti, essere inassorbente e facile da pulire. Le piastrelle per salotto o camera da letto subiscono minori sollecitazioni: la cura particolare sarà nella scelta della tipologia di posa o del colore per rendere più grande e luminoso l’ambiente, o viceversa più caldo e sofisticato.
Cos’è il leed?

Gli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) sono parametri per l’edilizia sostenibile, sviluppati negli Stati Uniti e applicati in 40 Paesi del mondo. Gli standard LEED, elaborati dall’US GBC con la collaborazione delle imprese e di ricercatori delle Università statunitensi e canadesi, indicano i requisiti per costruire edifici eco-compatibili, capaci di “funzionare” in maniera sostenibile ed autosufficiente a livello energetico; in sintesi, si tratta di un sistema di rating (Green Building Rating System) per lo sviluppo di edifici “verdi”. L’organizzazione che definisce e promuove lo standard LEED è l’US Green Building Council, associazione non-profit nata nel 1993 che oggi conta più di 11mila membri. Oltre ad un a ruolo “tecnico”, lo USGBC ha anche il compito di informare, sensibilizzare ed orientare la comunità verso un’edilizia ecosostenibile. LEED è un sistema flessibile e articolato che prevede formulazioni differenziate per le nuove costruzioni (NC, New construction and major renovations), edifici esistenti (EB, Existing Buildings), scuole (LEED for Schools), piccole abitazioni (LEED Homes), pur mantenendo una impostazione di fondo coerente tra i vari ambiti. l sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità dell’edificio. Dalla somma dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto.


I criteri sono raggruppati in sei categorie, che prevedono prerequisiti prescrittivi obbligatori e un numero di performance ambientali, che assieme definiscono il punteggio finale dell’edificio:

  • Siti sostenibili (1 prerequisito – 14 punti): gli edifici certificati LEED devono essere costruiti sulla base di un piano di smaltimento che riduca la produzione di rifiuti e impieghi materiale riciclato o prodotto localmente.
  • Gestione efficiente dell’acqua (5 punti): la presenza di sistemi per il recupero dell’acqua piovana o di rubinetti con regolatori di flusso deve garantire la massima efficienza nel consumo di acqua.
  • Energia ed atmosfera (3 prerequisiti, 17 punti): Utilizzando al meglio l’energia da fonti rinnovabili e locali, è possibile ridurre in misura significativa la bolletta energetica degli edifici. Negli Stati Uniti, ogni anno le costruzioni LEED immettono nell’atmosfera 350 tonnellate metriche di anidride carbonica in meno, rispetto ad altri edifici, garantendo un risparmio di elettricità pari al 32% circa.
  • Materiali e risorse (1 prerequisito, 13 punti): Ottengono un punteggio superiore, nel sistema di valutazione LEED, gli edifici costruiti con l’impiego di materiali naturali, rinnovabili e locali, come il legno.
  • Qualità degli ambienti interni (2 prerequisiti, 15 punti): Gli spazi interni dell’edificio devono essere progettati in maniera tale da consentire una sostanziale parità del bilancio energetico e favorire il massimo confort abitativo per l’utente finale.
  • Progettazione ed innovazione (5 punti): L’impiego di tecnologie costruttive migliorative rispetto alle best practice è un elemento di valore aggiunto, ai fini della certificazione LEED.

Sommando i crediti conseguiti all’interno di ciascuna delle sei categorie, si ottiene uno specifico livello di certificazione, che attesta la prestazione raggiunta dall’edificio in termini di sostenibilità ambientale. La certificazione LEED si articola in:

  • Certificazione Base ( Certified, 26 – 32 punti)
  • Certificazione Argento (Silver / 33-38 punti)
  • Certificazione Oro (Gold / 39-51 punti)
  • Certificazione Platino (Platinum / 52 e 69 punti)

Rivolgendosi all’intero processo (dalla progettazione fino alla costruzione vera e propria) e ad ogni parte dell’edifico, il LEED opta per una visione globale della sostenibilità sfruttando ogni possibilità di ridurre impatti ambientali di vario genere ed emissioni nocive degli edifici in costruzione. Si individuano e delineano così le “best practice” per ingegneri, architetti, professionisti e l’intera comunità del settore, destinate a divenire linee guida nella certificazione di parte terza.
I vantaggi competitivi per coloro che adottano gli standard LEED, siano essi professionisti o imprese, sono identificabili soprattutto nella certificazione da parte di un ente terzo, considerata fondamentale per ottenere un riscontro positivo sul mercato.
La certificazione LEED, infatti, fornisce al mercato una definizione condivisa, un obiettivo comune e uno standard misurabile. Si tratta di uno standard volontario, adottato dal mercato attraverso un processo di creazione del consenso.
Si può quindi affermare che il LEED corrisponde per l’edilizia alla versione dell’etichetta informativa, presente sulle confezioni di tutti i prodotti alimentari, con l’indicazione di ingredienti, calorie, grassi, ecc… Lo scopo è avere lo stesso dettaglio di informazioni anche per gli edifici, il cui valore è solitamente stimato in centinaia di migliaia di euro. Nel caso di edifici certificati LEED, la modalità stessa di valutazione consente di disporre di informazioni dettagliate: l’aggregazione dei criteri aree-chiave di LEED (vedi aree indicate nella tabella al lato) consente di individuare edifici con elevate performance.